29 maggio 2013

tre regole (del 1953) per il successo nel lavoro

Ai primi di aprile ho fatto una lunga chiacchierata con mio padre sulla sua carriera professionale. è stata anche l'ultima chiacchierata così lunga, articolata e su un singolo argomento che abbiamo fatto prima che se ne andasse, poco più di un mese dopo. 

Mi ha raccontato di quando ha iniziato a lavorare, a poco più di vent'anni e suo padre/mio nonno di cui ho solo un tenue ricordo d'infanzia, nel 1953 gli ha passato questi tre elementi di codice comportamentale. la formula dev'essere stata, più o meno: "tu stai iniziando a lavorare, un giorno prenderai il mio posto. ricordati sempre queste tre cose, ti serviranno:"
1.sii sempre puntuale
sembra banale, non lo è. io cerco sempre di arrivare puntuale, ce la metto tutta, spesso arrivo in eccessivamente largo anticipo, una volta addirittura sono andato il giorno prima, di domenica sera a vedere dove dovevo andare per paura di non arrivare in tempo (era il mio primo impegno in Olanda, ci vivevo da poco e non c'erano ancora i GPS). è un biglietto da visita importantissimo. da all'altro un'idea della considerazione che abbiamo di lui e del suo tempo. dà a noi più tempo, specie se chi ci ha dato udienza ci ha "incastrato" prima di un altro impegno. insomma non c'è nessun buon motivo per non essere puntuali. 
2.dì sempre la verità
questa è molto popolare oggi: integrità, etica, codici comportamentali, leggi, controlli e così via. negli anni 50 e 60, a giudicare dagli aneddoti, evidentemente la cultura della verità non era particolarmente radicata in quell'ambiente, anzi la fortuna di mio padre è stata quella di essere l'unico fornitore trasparente ed affidabile in un mercato che invece privilegiava la menzogna, l'inaffidabilità e la piccola truffa. con un prodotto sempre di alto livello, senza imbrogli, senza il trucco de "il campione è buono, il resto della fornitura no" (pare diffusissimo) lui e la sua azienda si sono creati una reputazione che gli è sopravvissuta. indipendentemente dai codici etici, dalle leggi, di questo io ne sono convinto, la verità paga. alle volte la bugia è quasi in buona fede, alle volte ci viene chiesto "ma il prodotto ha questo?" ed è facile rischiare tirando a sorte se dire "si" o "no"(e prenderci nel 50% dei casi). ma se poi si sbaglia, ci si rende conto che sarebbe stato meglio aspettare e rispondere dopo (vedi "settare le aspettative") che dover correggere oppure essere scoperti nel torto.
3.non parlar male dei concorrenti
parlar male dei concorrenti secondome non porta da nessuna parte, per un motivo molto semplice: non ne sappiamo mai abbastanza di loro e dei loro prodotti. si finisce per parlare per sentito dire, per inteso che puo essere stato inteso male, ed alla fine è tempo sprecato. se si vuole stare davanti bisogna correre piu forte, non cercare di rallentare gli altri. bisogna avere un prodotto migliore, bisogna spiegarlo bene, bisogna renderlo aderente alle esigenze del potenziale acquirente. parlare male degli altri o dei loro prodotti è tempo sprecato, ci mette in cattiva luce, non porta da nessuna parte, è tutta energia che va impiegata a mettere in buona luce noi ed il nostro, di prodotto o servizio. 

sono tre modi di comportamento molto semplici, quasi banali ma, che con l'aumentare della complessità dei rapporti e degli strumenti di lavoro rischiano di perdersi, sommersi da strumenti, procedure, depersonalizzazione, contenuti altrui e così via. io penso comunque che valga la pena mantenerli, è il mio modo (anche se io non ho mai lavorato nella azienda di famiglia) per ricordare la professionalità che si tramanda.

4 commenti:

  1. mi dispiace per tuo papa', saggi consigli!

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  2. il nonno era già un illuminato...
    percorreva la strada dei quattro accordi di cui scrive don Miguel Ruìz. Un pochino ti invidio.
    A quelle tre credo siano da aggiungere altre tre regole:
    4. Non prendere nulla in modo personale: niente di ciò che fanno gli altri è a causa tua. ciò che gli altri dicono e fanno è una proiezione della loro realtà, ciò che loro vivono non tu.
    5. Non supporre nulla: trova il coraggio di fare domande e di esprimere ciò che vuoi realmente. comunica con gli altri con la maggior chiarezza possibile, per evitare fraintendimenti, amarezze, drammi.
    6. Fai sempre del tuo meglio: il tuo meglio cambia continuamente, è diverso se sei malato o in salute. in qualsiasi circostanza fai semplicemente del tuo meglio ed eviterai i giudizi su te stesso ed il rimpianto.
    -Sii scettico, ma impara ad ascoltare: ascolta le intenzioni dietro le parole e comprenderai il vero messaggio-
    Ciao

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  3. Ciao Marco,
    thanks again for sharing your thoughts and contemplations.. direct, simple, and touching. Keep it coming!;-)

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