Ad Agosto ho passato una settimana senza smartphone, in montagna, in una baita isolata, senza connessione ad internet. A camminare su sentieri dolci ed a volte impervi tutto il giorno, con uno zaino sulle spalle. Famiglia (cane compreso) al seguito. Al contrario della altra settimana di vacanza al mare in cui non ho voluto scollegarmi da tutto, questa è stata una vera vacanza.
E' stato un cambio di routine. Il mio non-problema è che io adoro la mia routine. Mi piace il lavoro che faccio, lo faccio volentieri, non mi spiace rispondere alle email se ho un momento libero anche se non è orario di lavoro (esattamente come mi può piacere dedicare qualche minuto ad altro durante l'orario di lavoro), ho sempre il telefono in mano o in tasca, leggo o scrivo qualcosa nel più piccolo ritaglio di tempo (compreso un semaforo rosso, per intenderci). Non avere lo smartphone mi obbliga ad un sacco di cose: ad avere la guida delle trattorie se ho intenzione di mangiare fuori. Ad appuntare l'indirizzo ed il numero di telefono se decido di andarci. A girare con una reflex se decido di voler fare foto. Ad avere una mappa nello zaino ed a cercare riferimenti per capire se sto camminando nella direzione giusta. A fare più affidamento su me stesso, insomma.
Ho staccato una settimana, oltre a non avere con me uno smartphone mi sono imposto di dare una prospettiva diversa al mio tempo. Ovvero nessuna prospettiva se non riflettere, rispondere alle richieste dei figli e passare tempo con loro, contemplare e sopratutto non tentare di "far qualcosa nei ritagli di tempo".
Con tempismo perfetto, pochi giorni dopo ho letto questo articolo, scritto da qualcuno ben più connesso di me, e ben più rilevante di me come presenza internet, che ha fatto lo stesso. In una scala molto più significativa, naturalmente: un anno. Si tratta di David Roberts, un giornalista e blogger a tempo pieno. Rientrando, dopo un anno di distacco totale ha scritto un alcune considerazioni, in cui ho trovato parecchi spunti e considerazioni comuni.
Reboot or Die TryingIl punto di partenza è una situazione molto comune:
Una star del blogging politico di Grist.org, David Roberts ha passato talmente tanto tempo a scrivere e twittare e guardare uno schermo che ha quasi perso la ragione. Ha deciso quindi di staccare la spina per un anno, facendo ripartire la sua relazione con la tecnologia all ricerca di salute, bilanciamento ed avventure nel mondo reale. Quello che ha scritto potrebbe salvarti dall'esaurimento.
I miei hobby, l'intrattenimento, la mia vita sociale, i miei ritagli di tempo - tutti erano diventati online. I miei occhi erano su uno schermo al momento in cui al mattino li aprivo. Pranzavo alla scrivania. Attorno alle 18 facevo una pausa di un paio d'ore per cenare, mettere i bambini a letto e guardare un po di TV con mia moglie. Poi, attorno alle 22 ero ancora su internet fino alle 2 o alle 3 del mattino. Ero davanti ad uno schermo o ad un altro per una dozzina di ore al giorno.Il che spesso comporta stress ed altre deformazioni più o meno professionali
Nel frattempo, la mia mente ed il mio corpo si sono adattati al ritmo della vita digitale e del suo incessante ping ping ping di notifiche ed allarmi. Diventavo ansioso quando ero lontano dal telefono per più di qualche secondo. Lo sentivo vibrare in tasca anche quando non era lì, lo portavo a letto, anche in bagno. (Sono diventato piuttosto bravo a twittare mentre facevo la pipì, a mio eterno discredito.)Il risultato è che
Tutti i miei ritagli di tempo, ogni minima transizione o pausa che riempie le pieghe della giornata era popolata di notifiche. La mia mente era costantemente in uno stato di attenzione parziale continua. Non ero mai completamente dove ero. Avevo sempre un occhio al mondo virtuale. Ogni frammento di conversazione era un potenziale tweet, ogni tramonto un potenziale Instagram.Ed è esattamente quello che ho notato anche io. Ogni ritaglio di tempo è buono per controllare email, notifiche, social network, o aggregatori di notizie, sempre alla ricerca di qualcosa di rilevante, di curioso, di interessante da condividere. O di una risposta email. O di vedere se qualcuno ha ritwittato qualcosa, e così via. Addio ritagli di tempo, proprio alla ricerca dei quali sono andato io nella mia settimana.
L'anno di David inizia così, con alcune regole, meno ferree di quelle che mi sono dato io per una settimana:
Ho iniziato l'anno sabbatico il primo Settembre 2013, con delle regole ferree: niente lavoro, niente email di lavoro, niente letture di lavoro. Niente notizie giornaliere o social media. Sopratutto, non avrei scritto sul blog, niente tweet, condivisioni, pin, like, favorito, non avrei inoltrato nulla. La mia personalità Internet sarebbe stata in silenzio. Avrei comunque continuato ad usare Google Maps, comperare infradito su Zappos ed altre cose. Non avrei "abbandonato Internet".
I primi giorni senza schermo sono stati confusionali. La mia mente, su di giri al massimo per anni, continuava ad andare velocissima. Ho avuto momenti di ansia ed adrenalina, sicuramente in quei momenti sentivo il bisogno di fare ... qualcosa. Tiravo fuori il telefono ogni qualche minuto, anche se nessuno mi scriveva ed avevo disinstallato tutte le applicazioni di social media. Le abitudini della vita digitale persistevano come fantasmi.Ci è voluto del tempo, poi finalmente
Pian piano la mia menta ha iniziato a rallentare ed ho scoperto che la calma è come una droga. Si sta così bene, è così decadente star seduti nel primo pomeriggio con i piedi sul davanzale guardando il vento agitare gli alberi in giardino. Ne ero dipendente.Mentre stare per un anno di fila con i piedi sul davanzale al pomeriggio per un anno di fila è un lusso che probabilmente i più non possono permettersi (io fra questi), rende sicuramente l'idea. La prima volta che da solo mi sono seduto su un gradino durante il primo giorno della mia settimana ho automaticamente portato la mano alla tasca cercando il telefono per cercare di riempire il ritaglio di tempo. David ha iniziato a fare delle passeggiate, scoprendo che durante queste
Regolarmente, dopo una mezz'ora di cammino, le idee iniziavano ad arrivarePoi, più sul lungo periodo sono subentrate altre abitudini
Attorno a Gennaio, le mie giornate hanno preso un ritmo. Quando non stavo camminando o facendo yoga, lavoravo in giardino, leggevo, vedevo amici, suonavo il basso o mi godevo il tempo con i bambini. Passavo ore assorbito in una singola attività. La mia mente era più calma, meno salterina.Ma è solo un caso che si è risucchiati e ci si ritrova facilmente ad un utilizzo compulsivo ? Pare di no, ed il motivo è che
Siccome molti servizi web sono gratis (ovvero supportati da pubblicità) la loro sopravvivenza dipende dalla capacità di distrarre ed attirare gli utenti. E siccome gruppi di persone fanno cose assieme online, pianificano e lavorano online, anche brevi periodi di distrazione da questo processo causa la paura di perdersi qualcosa (FOMO)E come fare, allora ? Io da qualche anno mi impongo una settimana l'anno in cui non porto con me lo smartphone ed il PC in vacanza. Avevo iniziato ad impormi un giorno al mese senza smartphone, ma non funzionava altrettanto bene: non avevo tutti i numeri di tutti i contatti, non sapevo chi mi chiamava, non potevo mandare email se ero in giro, era piu che altro una fastidio ed un abbassamento della produttività se quel giorno capitava feriale, e sopratutto non era sufficiente a percepire il distacco. L'iperconnesso David ha scoperto tre cose durante il suo anno che ha deciso di fare tutti i giorni:
Yoga, non riuscirei più a farne a meno. Camminare. E suonare il basso. Per un'ora alla settimana uso una applicazione che si chiama Freedom per bloccare la connessione ad internet completamente. Quel tempo lo dedicherò a concentrarmi su qualcosa. In più, ogni due ore al computer farò una pausa di quindici minuti, per camminare, giocare con il cane, un caffè con un amico o semplicemente guardare fuori dalla finestra (una pratica sottovalutata). E' un totale di un'ora di ricarica mentale al giorno, non perfetto ma un grande miglioramento.
I social media, questo spostarsi dei rapporti dal mondo reale a online, sono quindi fenomeni negativi ?
Probabilmente no, e sono d'accordo. A patto di saperli gestire, dato che uno degli obiettivi dei social media probabilmente è quello di attirarci e tentare di risucchiarci.Non voglio demonizzare i social media. Non vedo i rapporti online come tossici o non autentici. Ne traggo un grande beneficio. Voglio però mantenere dei limiti al tempo online, in modo che non trabocchi prendendo il tempo ad altre cose. Questo significa disattivare tutte le notifiche e controllare email e social media quando decido, non quando arriva una notifica.
Non credo di avere molto altro da aggiungere ad un articolo scritto gia molto bene. Per me in quella settimana il vero cambio di routine è stato il non avere tutti i ritagli di tempo riempiti da qualcosa. Gli spazi vuoti restano vuoti, per contemplare il panorama o parlare con i bambini o guardarli giocare o osservare il cane che cerca di mordere una mosca (è capace di farlo per quindici minuti di fila, voce del verbo "accanirsi"). E' stato quello il vero lusso, osservare ed interagire con quello che mi circonda, senza avere altre distrazioni. E alla fine rendermi conto che se durante la mia "assenza" è stata annunciata una nuova applicazione, se Google ha acquisito un'azienda, Samsung ha annunciato lo schermo flessibile o un nuovo studio di psicologia sottolinea questo e quel comportamento, in fondo sono tutte informazioni che, se rilevanti, poi arrivano. Lo stesso vale per tutte le cose non urgenti che si sono accumulate durante la mia settimana e che hanno pazientemente aspettato qualche giorno. Secondo me lasciare lo smartphone a casa quando si va in vacanza è una buona abitudine, una volta l'anno.
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