8 luglio 2013

lezioni di strategia dalle capre

Poco tempo fa ho fatto una lunga camminata assieme ad amici. Dopo una tappa notturna ci sarebbe stato da fare un lungo giro per riprendere il sentiero per la nostra destinazione, e il nostro oste ci ha suggerito una scorciatoia: 
"il sentiero delle capre: andate dritti su dove vedete che sono passate capre, risparmiate due ore di strada." 
Convinti. In effetti le due ore sono state risparmiate, ma quel pezzo è stato il più massacrante di tutto il tragitto. Non abbiamo potuto fare a meno di fare paragoni semiseri con strategie e regole che valgono in ufficio, che ripropongo: le capre hanno quattro zampe, noi due e anche se (in linea di massima) siamo più intelligenti, se va bene per le capre, non è detto che vada bene per noi - non conta l'intelligenza, conta la capacità di adattamento.
Il sentiero delle capre non è proprio un sentiero, si capisce solo a spanna dove bisogna andare, un po' perché si vede che ci sono passate le capre, un po' perché non c'è vegetazione, un po' per intuito ed immaginazione; non è un sentiero, assomiglia più ad una mulattiera non calpestata. 
Proprio come molte iniziative professionali, specie quando non si ha bene idea di dove andare a parare. In ogni caso ce l'abbiamo fatta, ed abbiamo capito che percorrere quel sentiero e portare avanti iniziative sul lavoro è per certi versi molto simile: 
Bisogna guardare il punto di arrivo per sapere dove andare ma è altrettanto importante guardare dove si mettono i piedi. 
Una cosa fondamentale da fare arrampicandosi su un sentiero per le capre è non perdere la direzione finale, quindi è fondamentale tenere d'occhio il punto di arrivo. Fare solo questo però significa non guardare dove si mettono i piedi: se non si guarda dove si mettono i piedi la storta o la caduta è assicurata. Bisogna fare entrambe le cose, contemporaneamente - il collegamento con Doing Both non è mai stato più chiaro di così.
Se c'è merda sul percorso, vuol dire che è quello giusto.
Alle volte non si capisce dov'è la traccia battuta, perché smette di esserlo o c'è vegetazione. Siccome le capre non volano da qualche parte devono essere andate. Buoni elementi per capire dove, possono essere: la strada più logica (ma attenzione, noi e le capre abbiamo una logica differente), della vegetazione che può resistere al passaggio delle capre, ed altro, ma l'elemento più efficace sono le tracce delle capre stesse, ovvero gli escrementi. Più volte è stato l'unico indizio che ci ha poi riportato sul sentiero un po' più battuto. Come nelle migliori iniziative professionali, è inevitabile trovare della merda sul percorso, in questo caso la presenza è stata addirittura sinonimo di strada giusta.
Pestare della merda durante il tragitto è inevitabile, ma alla fine conta arrivare a destinazione.
Strettamente legato alla considerazione precedente, all'inizio si è cercato di evitare, ma dopo un po’ abbiamo capito che sarebbe stato inevitabile pestare qualcosa. Dopo ancora un po' però abbiamo smesso di preoccuparcene, grazie anche alla fatica ed al sole che picchiava.

Raggiunta la destinazione ci siamo resi conto che del problema originario non c'era traccia, e che - cosa più importante - l'obiettivo era stato comunque raggiunto.
La conclusione (oltre un enorme tagliere di salumi alla fine del percorso, ore dopo) è che fra il trekking amatoriale e certe dinamiche aziendali, la differenza è solo superficiale.

2 commenti:

  1. Strana similitudine tra i sentieri battuti dalle capre e le dinamiche aziendali, tuttavia il tutto non fa una grinza. Ho trovato post molto interessante e più che mai divertente; mi ha fatto riflettere! Grazie

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  2. Ciao Marco, in effetti è una delle strategie che usavamo per andare in esplorazione nei wadi tra Emirati e Oman dove non ci sono molte strade segnate. Generalmente le capre tornano a casa, il punto chiave è prendere la buona direzione per non trovarsi in mezzo alle montagne dove vanno a mangiare (una bussola, o ancora meglio qualcuno del posto comunque aiuta parecchio a capirlo). Boh, a parte la divagazione, post davvero figo!

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