13 ottobre 2013

Il brainstorming, questo sconosciuto

Spessissimo, l'invitò è: "facciamo un po' di brainstorming". In realtà l'intenzione è quella di trovarsi o parlarsi e scambiarsi un po' di opinioni su un argomento. E non c'è niente di male, ci mancherebbe. Non c'è niente di male nemmeno ad usare un inglesismo. C'è del male, a mio insignificante parere, nell'utilizzo sbagliato del termine, su cui a fronte dell'ennesimo invito a "facciamo un po' di brainstorming ", ho ben volentieri accettato l'invito a "confrontarsi su". Ormai infatti brainstorming è sinonimo di confronto, dibattito, scambio di idee. E non sono vergine nemmeno io, dato che lo uso a sproposito più spesso di quanto vorrei. 
Ciò detto, il brainstorming è una cosa ben precisa: è una tecnica per generare una grande quantità di idee in un tempo relativamente breve su un argomento specifico. Tanti anni fa durante un training ho sentito dire  la teoria che in genere l'idea buona arriva attorno alla settantesima, e questo ci porta dritti al primo principio del brainstorming:
Conta la quantità, non la qualità.
Se da una parte il fine ultimo è quello di trovare una idea o soluzione ad un problema, il brainstorming serve solamente a produrre la massima quantità di idee, non importa se sono assurde, irrealizzabili, non applicabili o altro: conta solo la quantità. Ci si occuperà successivamente di setacciare tutte le idee ed identificare quelle poche e buone. L'importante in questa fase è produrre più idee possibile, tanto che le prime in genere servono solo come rodaggio, ed una volta a regime l'idea buona arriva, pare attorno alla settantesima di cui si è preso nota. Vanno bene anche le idee apparentemente strambe, che alle volte possono generare a loro volta altre idee. Durante il brainstorming infatti, si può far leva su una idea già generata, che ne espande l'ambito. O si può proporre un'altra idea che non c'entra, ma complementare ad una già detta ne generi una più articolata.  Insomma, vale praticamente tutto.

Sembra possibile fare tutto questo con tutto il gruppo che commenta ogni idea ? Naturalmente no, infatti il secondo principio del brainstorming è quello per cui

Non si danno giudizi o commenti alle idee altrui.
Durante il brainstorming commentare (anche solo per apprezzare) le idee altrui significa rallentare il processo, nel migliore dei casi. Nel peggiore e più "insubordinato" dei casi, potrebbero partire discussioni infinite a seguito di una singola idea.  Meglio ascoltare in silenzio, annotare se è il caso,  e cercare l'ispirazione per una nuova idea: ci sarà, a valle della sessione, tempo per combinare, commentare e setacciare le buone idee da quelle meno di valoreAstenersi dal dare giudizi, non solo aiuta a non fermare il processo di generazione di idee, ma mette tutti nella situazione di produrre al meglio, anche idee bizzarre senza dover dare giustificazioni. 
Questa seconda regola, ho visto, è di difficile applicazione, per una naturale tendenza al commento: ho visto sopracciglia che si alzano, sorrisini e sorrisoni, teste che fanno di si, commenti all'orecchio, occhi sgranati e tanto altro nel migliore dei casi quando una certa disciplina comunque c'era. 
In altri, meno ordinati casi, ho visto ogni idea essere seguita da commenti, quindi dalla spiegazione di chi l'ha proposta, e da un dibattito sull'idea stessa, che finiva per essere annotata solo dopo il consenso di tutto il gruppo. E purtroppo in quel caso specifico essere anche l'unica idea generata in tutta la sessione.

Secondo questo articolo, una possibile soluzione è quello di non parlare, di fare tutto in silenzio e scrivere le idee su dei Post-It ed attaccarli al muro o lavagna. 

Finita la sessione, allora e solo allora sarà il momento di filtrare le idee buone/valide/applicabili da quelle inutili. Sarà anche il momento di aggregare idee simili, combinare idee potenzialmente complementari, chiedere spiegazioni su una specifica idea e così via.

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