22 maggio 2013

quattro regole per parlare in pubblico

che si tratti di una riunione seduti attorno ad un tavolo con una mezza dozzina di persone, o di essere su un podio davanti a qualche centinaio di persone, le tecniche per trasferire in modo efficace il messaggio che si desidera trasferire cambiano di molto poco. ho ricevuto tantissimi consigli, anche un training tanti anni fa, ho osservato e cercato di imparare da diversi che reputo dei grandi "presentatori" i loro trucchi, ma sopratutto ho sempre mantenuto uno spirito critico quando mi capita di assistere a delle presentazioni. di recente ho fatto un incontro dove il relatore doveva trasferire un messaggio, piuttosto articolato, piuttosto noioso - lo ha detto lui, ma sono d'accordo, e questa non è una colpa sua - ed il risultato è stata la classica sessione soporifera. gli ho visto fare alcuni errori grossolani che hanno decretato il risultato non memorabile: il concetto è stato comunque trasferito, ma con la stessa efficacia che avrebbe avuto il semplice invio delle slide da leggere. peccato per il valore aggiunto che non c'è stato, e per il tempo impiegato, i tradizionali sessanta minuti.
lo ammetto, in quei sessanta minuti mi sono soffermato più sullo stile di presentazione che sul contenuto (tanto, è stato subito detto che il materiale sarebbe stato disponibile), e siccome tendo sempre a trovare una valenza nelle cose,  ho visto in maniera molto lucida alcune delle cose che ogni "bravo presentatore" dovrebbe sapere, o sapere evitare:

1. non leggere le slide
giusto per chiarezza, ripeto: mai, in nessuna circostanza, leggere le slide. va bene, diamo per scontato che si sia deciso di usare powerpoint (o equivalente, keynote, prezi, non cambia): è uno strumento a supporto, deve riprendere qualche concetto importante, deve enfatizzare qualcosa, deve illustrare, deve far fare qualche collegamento mentale per migliorare l'efficacia. andare sul podio e leggere le slide sminuisce il ruolo del presentatore, le slide possono essere lette da soli, prima, o dopo, comunque più rapidamente. se ci prendiamo la briga di presentare qualcosa, mettiamoci del nostro. se si vuole leggere - io tendo a evitare, ma è lecito farlo - ci si può preparare un foglio, degli appunti, dei "pizzini", per essere sicuri di non dimenticarsi un passaggio o un dato importante. 
2. poco testo, la slide come un'etichetta di vino
comprereste mai una bottiglia di vino con una etichetta tutta scritta con carattere piccolissimo ? io no. ripeto, la slide deve fornire un contesto, un qualcosa in più  una immagine mentale, la slide non è il discorso. pensate ad una etichetta di vino: contiene alcuni dati fondamentali (e, ok, per legge), ma il ruolo da protagonista non è dov'è stato fatto, o quanto contiene la bottiglia o la gradazione: è l'immagine, una collina, un disegno, un logo e quello che evoca. lo stesso vale per la slide: scrivere poco, lasciare la parte del leone ad una immagine. 
versione per non amanti del vino: non scrivere dentro una slide più di quello che si scriverebbe su una maglietta. 
3. mantenere il contatto visivo con il pubblico
fidatevi di uno introverso e che parla tendenzialmente poco: il pubblico "non morde". che vi piaccia o no, il pubblico è li ad ascoltare voi. se siete li, è perché evidentemente non era fattibile il mandare un'email o comunicare in altro modo. non siete li a leggere un messaggio con gli occhi su un foglio, oppure (orrore!) a dare le spalle al pubblico per leggere la slide che state proiettando (l'obiezione "eh, ma Jim Morrison dava le spalle al pubblico" non è valida): siete li a dare voi un messaggio e questo va dato guardando chi ci ascolta. voltarsi a leggere le slide proiettate è proibito, leggere a testa bassa sul vostro PC è da evitare, lo stesso se si sta leggendo un foglio, sul quale sono comunque ammesse veloci occhiate. guardate il pubblico, senza fissarvi con una persona sola, guardatelo tutto, da destra verso sinistra se siete attorno ad un tavolo e dalle prime alle ultime file se siete di fronte ad una platea. guardateli negli occhi, con naturalezza (ad un certo punto mi sono anche posto il problema se guardare l'occhio sinistro o destro: guardare la base superiore del naso, esattamente in mezzo agli occhi va benissimo). potete rivolgere tutta una frase ad un singolo, guardandolo, ma senza aspettarvi un vero contatto, passate tranquillamente a tutti gli altri; se siete a vostro agio ed è possibile potete muovervi fra il pubblico, anche sedervi. come preferite, ma mantenete sempre il contatto visivo con il pubblico. 
4. muoversi si, ma con con giudizio
muoversi va bene, con naturalezza. quelli che sul palco passeggiano nervosamente avanti e indietro mi riportano sempre all'immagine di un animale feroce in gabbia, o ad un vecchio film di un marito che aspetta fuori che la moglie partorisca. forse è l'errore meno grave, ma mi sento comunque di suggerire contro l'avanti-ed-indietro costante, personalmente lo trovo irritante e so che altri condividono la mia prospettiva. per quel che riguarda gesticolare mentre si parla, essendo italiano (siamo famosi per gesticolare un sacco quando parliamo, all'estero) mi rendo conto che fa parte del nostro modo di essere. attenzione a non esagerare però, altrimenti si corre il rischio che il pubblico (specie se non italiano) si ricordi più i nostri gesti che i nostri contenuti: "quell'italiano che gesticolava come un pazzo... ma che ha detto? mah?".

e voi, quali comportamento o modi di fare trovate più efficaci o irritanti nelle presentazioni che vedete ?

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