partiamo con un classico per iniziare col piede giusto. ho rivisto questo famoso video del TED di recente. Io sono un introverso convertito all'estroversione quando necessario. riunioni, assemblee e tutte quelle situazioni dove la mia natura mi porterebbe ad aspettare il mio turno e dire la mia dopo averci pensato ma che invece non lasciano il tempo di pensarci troppo e l'opportunità di aspettare il proprio turno. ho capito che in certe situazioni è meglio lasciar perdere la propria natura e seguire le dinamiche (generalmente piu estroverse delle mie) del gruppo. mi correggo, allora: sono un ambiverso secondo la definizione della Cain. e una altra su cui mi sono soffermato mentalmente è il fatto che gli uffici di recente sono fatti per permettere il confronto continuo (mi riferisco agli openspace) e che non sempre gli introversi sono portati a dare il massimo in queste situazioni. e mi viene in mente quando cerco di concentrarmi e inevitabilmente qualcuno saluta, starnutisce, parla al telefono o peggio ancora chiede "caffè?" o, sempre peggio, pretende di raccontare le sue recenti vacanze. per carità alla volte fa piacere, altre volte non ne ho proprio il tempo. Non ho mai trovato il bilanciamento giusto fra lo stare a casa in pace o essere in ufficio. in medio stat virtus, probabilmente. da questo video mi porto via che i taciturni possono avere idee anche migliori, con genesi diverse, che nascono dal silenzio piuttosto che dal confronto. e che val la pena chiedergliele, passandogli la palla quando tocca a loro.
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